#19 Pinzillacchere e "pussy flats"
Ovvero: le volte in cui la moda mi ha fatto sorridere ad ottobre.
Io non so cosa facciate voi ogni mattina alle prime luci dell’alba, quando gli uccellini iniziano a cinguettare timidamente e qualche contadino inizia a bestemmiare (ricordi di una genuina toscanità). Io personalmente dormo, ma quando mi sveglio apro Instagram e mi fiondo nel canale broadcast di Azzurra Sichera, “Una parola al giorno”. Come potrete correttamente supporre, non ci sono chiacchiere innecessarie e consigli di shopping in questo divertentissimo appuntamento mattutino, bensì termini raramente sentiti e ancor più raramente pronunciati.
Potrebbe sembrarvi una passione da grammar-nazi questa, ma avrete il diritto di giudicarmi soltanto quando saprete formulare una frase di senso compiuto utilizzando il termine “collùvie”.
Ora, per abbassare immediatamente la quota intellettuale di questo spazio - il cui tono abbiamo concordato all’unanimità essere di certo informale - vi lascio questa… perla, non saprei come altro definirla. Cardi B con indosso un paio di raggelanti calze a rete rosse (che, tra l’altro, possedevo quando ero tipo in terza media e indossavo orgogliosamente con una gonna in tartan a pieghe e una giacca monopetto in stile collegiale) e le celeberrime tabi di Maison Margiela ai piedi. Desidero ardentemente comunicarvi che non le chiamerò mai più in altro modo, se non “pussy flats”. Un francesismo delicato, un raffinato neologismo. Questa donna è fuori controllo, o forse solo fuori come un balcone, ma resta iconica.
Considerando come mi approccio alla scrittura (caoticamente) e come funziona il mio cervello (totalmente per associazioni che hanno un senso solo per me stessa), il tema dell’appuntamento di oggi non potevano non essere quegli insensati, vagamente divertenti e alquanto sconclusionati momenti di cui la moda ci ha omaggiato nelle scorse settimane.
E Cardi B si situa senza ombra di dubbio al primo posto di questa classifica.
Rick Owens è stato allontanato dalla Città Proibita
Questa notizia merita la medaglia d’argento delle più divertenti di questi ultimi giorni. Vi immaginate svegliarvi una mattina e leggere OVUNQUE che Rick Owens e la sua compagnia dell’Anello sono stati cacciati dal palazzo imperiale di Pechino?
La prima reazione è: forse non ho digerito durante la notte e sto ancora sognando. La seconda reazione, invece, suggerisce un qualche legame con il Metaverso.
Dunque, correva il 15 ottobre quando Rick Owens e Michèle Lamy (sua moglie, nonché musa indiscussa), accompagnati dai Matières Fécales (un duo creativo il cui nome è tutto il programma, ma di cui vi intimo di spulciare il profilo Instagram), sono stati respinti all’ingresso della Città Proibita di Beijing, nientemeno che il palazzo imperiale storico di Pechino. Perché? Beh, lasciate che vi mostri il loro outfit.
Vorrei anche specificare che queste sono le mise più sobrie che io abbia visto indossare a tutti e quattro. Questo particolare deve essere, però, sfuggito alle autorità cinesi - vi prego, percepite l’ironia di queste parole - e, alla richiesta di rimozione del proprio make-up e di indossare abiti “normali”, l’allegra comitiva avrebbe fatto rapidamente dietro-front (scortati dalla sicurezza), rinunciando alla visita al palazzo. Un momento “umiliante e disumanizzante” che avrebbe rafforzato nel duo creativo, e cito la loro stessa dichiarazione su Instagram, la determinazione a “combattere per maggiore accettazione e tolleranza verso le differenze in tutto il mondo”, spingendosi oltre i limiti per combattere contro coloro che cercano di limitare il prossimo e la libertà di espressione.
La questione si è risolta, di fatto, in pochi giorni di chiacchiericcio sui social e con meno indignazione del previsto.
L’ex CEO di Abercrombie è stato arrestato (e pure il resto della combriccola)
Vi chiederete: che c’è da ridere, scusa? Rilancio: ma non vi sembra una storia ridicolmente lunga?
Ripercorriamola insieme: Mike Jeffries, ex amministratore delegato della catena di abbigliamento Abercrombie & Fitch (famosa per i ragazzi a petto nudo all’ingresso di tutti i punti vendita e per il profumo capace di alterare permanentemente le normali capacità olfattive a chiunque spendesse più di 5 minuti del proprio tempo all’interno di quei luoghi bui), è stato arrestato dall’FBI, il 22 ottobre a West Palm Beach, Florida.
L’accusa? Traffico sessuale, sfruttamento e abusi sessuali. Oh mio Dio, ma chi lo avrebbe mai detto???? Letteralmente, chiunque!!!
La faccenda, secondo l'inchiesta portata avanti dalla Bbc, è molto più inquietante e scabrosa di quanto si possa immaginare. Sentite che scenario raccapricciante: Mike Jeffries e Matthew Smith (il suo compagno) avrebbero collaborato con James Jacobson (l’intermediario di fiducia di due) per organizzare delle feste dei festini nelle loro case e in hotel di lusso, presentate come occasioni per poter lavorare proprio per il brand. Gli aspiranti modelli reclutati hanno raccontato di essere stati costretti ad assumere Viagra ed alcol per soddisfare gli organizzatori, attualmente tutti arrestati. Un vero e proprio schema di traffico sessuale, operato per molti anni sotto la legittima copertura offerta dall’azienda e nascosta da accordi di riservatezza.
Chiaramente, tutti si sono dichiarati innocenti e Jeffries dovrebbe pure essere stato rilasciato dopo aver pagato una cauzione di dieci milioni di dollari. Al centro dell’inchiesta, anche lo stesso gruppo Abercrombie & Fitch, con l’accusa di aver finanziato il circo sessuale dei tre delinquenti. Di seguito, il patetico tentativo di dissociarsi dalla vicenda:
Questa cosa fa ridere, ma fa anche arrabbiare. Andando a ritroso nel tempo, è una storia che va avanti da ANNI. Seguitemi:
L’inchiesta della BBC è stata resa pubblica nel 2023 e per l’arresto abbiamo dovuto attendere la fine del 2024.
Nel 2022, il documentario White Hot: The Rise and Fall of Abercrombie & Fitch (disponibile su Netflix) ne denunciava già il successo commerciale fondato su una politica discriminatoria razziale e la sessualizzazione esagerata, rafforzata dalle sfacciate campagne pubblicitarie.
Negli anni Duemila, la Corte Suprema americana dichiarò incostituzionali le politiche di assunzione del brand e il fotografo del tempo fu accusato dai giovani modelli per molestie sessuali.
Comunque, mi ricordo benissimo che nella serie The O.C., “Abercrombie” era il dispregiativo con cui Seth si riferiva a Luke, il biondo allampanato (nonché testimonial per davvero del marchio in quel periodo) fidanzato con Marissa prima che scoprisse Ryan.
Altre cose dalla moda:
Martin Margiela ha rilasciato un’esclusivissima intervista a Buffalo Zine, in cui si è espresso circa il suo ingresso nel mondo dell’arte, passando dalla moda. Disponibile solo in versione cartacea, cercherò di procurarmela il prima possibile.
Meme, campagne pubblicitarie mai scontate e mai prevedibili con ospiti d’eccezione (tra i più recenti, Richard Gadd, autore della serie tv Baby Reindeer), comunicazione in perfetto stile Gen Z, video ASMR e dietro le quinte: Loewe sta facendo tutto nel modo giusto. Tra le mie cose preferite, c’è il loro canale TikTok (letteralmente uno dei pochi brand di moda ad aver capito come si utilizza).
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(di cui vi consiglio caldamente la newsletter sulla moda in Cina) ha ripercorso la strategia di Vivienne Westwood, in concomitanza con la chiusura della Shanghai Fashion Week. In generale, vi suggerisco di tenere monitorata la sua newsletter perché si parla sempre di mercato cinese, ma senza conoscerlo mai a fondo.
Con questo, direi che il nostro tè delle cinque si può concludere. Se siete arrivati fino a qui, vorrei ringraziarvi per avere sempre a cuore la mia salute fisica e il mio benessere mentale, accettando di leggermi al pomeriggio e lasciandomi dormire la notte. Apprezzo la calma e il garbo con cui solitamente mi ricordate che ho saltato un appuntamento settimanale e la pacatezza con cui mi riportate all’ordine.
Spero che il tè vi scotti la lingua.
Torno finalmente a farmi gli affaracci miei.
Che la Signora sia sempre con voi,
Mars.