Bentornati a “Tè, biscotti e cappotti”, il salotto letterario della domenica mattina accompagnato dalla giusta dose zuccherina. Come state vivendo l’arrivo anticipato della stagione più infausta dell’anno? Io malissimo, ovviamente, ma ciò che tende a rovinarmi l’umore è vedere le influencer di turno proporre i propri must have di stagione, pronte a incentivare il capitalismo a colpi di “vi servirà assolutamente un abito crochet per l’estate oppure morirete allo scoccare del 21 giugno!” (e, per inciso, non vi serve un abito crochet).
Quindi, questa mattina sono qui in veste di paladina degli armadi, dello stile personale e delle finanze, pronta a condividere con voi il mio personalissimo vademecum stagionale per essere sempre fedele a me stessa e sapere sempre cosa diavolo mettermi. O quasi.
Atto Primo: ripartire da zero.
Già vi vedo, sudati, presi in contropiede dalla bella stagione, davanti al vostro armadio a rimproverarvi per quello straccetto colorato che avete comprato l’estate scorsa e che adesso usereste volentieri per pulire i vetri di casa.
In questi momenti, c’è solo una cosa da fare: una bella pulizia (“come Cristo comanda”, direbbe mia nonna).
Le regole sono le seguenti:
Tutto ciò che non avete indossato negli ultimi due anni? Adios. Potete venderlo, regalarlo, fare beneficienza: le possibilità sono infinite.
Pochi, ma buoni. Se pensate che vi servano 20 t-shirt bianche potreste avere uno tra i seguenti problemi: eccessiva sudorazione o procrastinazione. Il primo è risolvibile con vari interventi e prodotti; il secondo, impostando il timer della lavatrice in modo che si faccia da sola. 20 t-shirt bianche che si ingialliranno e si torceranno al terzo lavaggio non risolverà nessuno dei due problemi. E sì, c’è un limite anche alle cose che potete indossare per stare in casa, portare fuori il cane, andare a cogliere le olive, accompagnare il nonno all’ufficio postale. Eccetera eccetera.
Occhio ai materiali e alle finiture. Ci siamo cascati tutti sulle t-shirt di Zara a €7,95. Inutile, nascondersi dietro a un dito. Ma possiamo uscirne, e questo vale per tutte le altre cose che avete nell’armadio. Prediligere materiali naturali vi assicurerà un comfort maggiore, maggiore durabilità nel tempo e, nel lungo periodo, di spendere meno soldi. Occhio anche alle finiture, chiaramente: cuciture, orli, bordi, persino i fili che reggono i bottoni sono importanti. Questa è l’occasione perfetta per liberarvi di tutto ciò che ha una qualità scadente.
Atto Secondo: i famosi “must-have” di stagione.
Dicevamo, i “must-have”.
Se avete rispettato queste regole, il vostro armadio dovrebbe essere praticamente vuoto. A questo punto, potreste avere un attacco di panico - se non lo avete già avuto prima -, una crisi di pianto pensando al vostro conto corrente, oppure entrambe. Quando vi sarete ripresi, ecco cosa dovrete fare: usare la testa.
Prima di lasciare che lo spirito del capitalismo si impossessi di voi come Satana, dovreste capire cosa vi piace davvero e quali sono i vostri “mai-più-senza”. Essi rappresenteranno il 75% del vostro armadio e del vostro budget, non per una stagione, ma per anni. Contrariamente a quanto sentirete dire nei social (no, non sono le Gazzelle colorate), si tratta di capi su cui investirete e di cui non vi pentirete mai. Nel mio caso, ci sono ad esempio le canotte un po’ da uomo, che in estate indosso su base quotidiana; nel caso della mia amica Francesca, sono le camicie. Non devono essere capi necessariamente basici, ma un approccio basico vi garantirà un investimento sicuro nel lungo periodo (e un cost-per-wear molto basso, ma questi sono tecnicismi che volevo solo “flexare”, scusatemi).
Ognuno ha i propri. Come capire quali sono i vostri? E’ semplice come vivere nel 2024: vi fate una bella bacheca su Pinterest, da bravi Millennial e GenZ. Cercate i look che vorreste replicare ogni giorno e provate ad individuarne il filo conduttore. Quello potrebbe diventare la vostra divisa. Fatto ciò, tenetevi alla lontana da Zara, SHEin, Bershka e tutto quel nugolo di innominabili sfascia-pianeti lì e il gioco è fatto.
Atto tre: i trend stagionali.
“Mars, ma io alle Gazzelle colorate proprio non riesco a rinunciare, sento che morirò se non le compro!”, e va bene. Lungi da me portarvi al cedimento emotivo. Tuttavia, i trend stagionali (alias: tutti i vari -core che trovate su TikTok), non dovrebbero occupare più del 10% del vostro assortimento.
Perché? Perché sono brutta e cattiva.
No, scherzo.
Perché si tratta di micro-trend, che vi imbambolano il cervello questa stagione e che odierete la prossima, e come tali andrebbero trattati: a piccole dosi. Una volta capito cosa vi piace davvero, qual è la vostra cifra quotidiana, sarà semplice capire a quali trend aderire e in che misura aderirvi, fidatevi di me.
Non è materialmente, economicamente ed eticamente sostenibile l’adesione completa a tutti i trend che spuntano come funghi a destra e a manca. Tocca fare una selezione ed essere moderati, almeno per essere coerenti con noi stessi.
Atto quattro: i sogni nel cassetto.
Seguendo questi semplicissimi step, dovreste essere giunti alla conclusione che manca ancora un 15% libero del vostro armadio. Quello, amici miei, è il nostro spazio proibito, la nostra Narnia. Lo spazio per quei pezzi che abbiamo sempre desiderato, ma che “eh costa troppo, chissà quando mai posso permettermelo” (e poi va a finire che spendete la stessa cifra, in un anno intero, in tanti pezzi che finiranno sepolti in fondo al vostro armadio, dimenticati per sempre).
Una bella giacca di pelle? Un pezzo specifico di un qualche designer? Un paio di scarpe o una borsa che non vi togliete più dalla testa? Di qualunque oggetto si tratti, vi assicuro che vi emozionerà soltanto guardarlo, soltanto sapere di averlo. Lo indosserete nelle occasioni importanti, oppure solo per sentirvi bene mentre andate al supermercato. Una coccola sporadica con cui sentirvi sempre giusti.
Altre cose dalla moda:
“Cotone certificato un par di palle”: questo il titolo dell’accusa di Earthside, ONG britannica, a Zara e H&M. Non è vero, il titolo non è questo, ma riassume bene il fattaccio.
A proposito di cotone, questa puntata di SoloModaSostenibile è una bomba.
E’ il momento di tirare fuori le giacche da mezza stagione. Adoro Becky e la sua volontà di fuggire dalla Barbour-mania.
Alexa Chung in Ferragamo sulla copertina di Manifesto100, che cool.
La settimana si è chiusa col botto: è morto Roberto Cavalli, all’età di 83 anni.
Atto cinque: la soluzione finale.
A questo punto dovreste avere un po‘ più chiaro chi siete, come volete mostrarvi al mondo, cosa vi piace davvero e cosa invece vi piace solo sugli altri. Saprete come indossare tutti i vostri capi in mille modi diversi e vi piaceranno tutti talmente tanto, da volerli indossare sempre tutti e tutti insieme.
Se così non fosse, la soluzione finale a tutti i vostri problemi è soltanto una: avere un’amica ossessivo-compulsiva appassionata di moda. Un po’ Marie Kondo, un po’ Miranda Priestly, e pure un po’ Grinch (che di sicuro sei maglioni natalizi non vi serviranno, ma necessiterete di un po’ di brutale onestà). Se mai avrete bisogno di fare un bel restyling, sapete chi chiamare (un bacio ai miei amici che hanno deciso di affidarmi i loro armadi e le loro finanze): basta che non siate permalosi, altrimenti questo matrimonio non s’ha da fare.
Per oggi è tutto.
Grazie per essere stati nuovamente con me, è stato un piacere come sempre. Per qualsiasi dubbio, riflessione o curiosità su questo metodo da squilibrata, sapete dove trovarmi.
Vi auguro una splendida domenica.
Che la Signora sia sempre con voi,
Mars.