#6 Trend Primavera-Estate 2024
Ovvero: quelli che non detesto e come aderirvi con cognizione di causa.
Tendenze, trend, “desiderami, comprami, indossami, dimenticami e buttami via”. Ogni stagione, a cadenza estremamente regolare, riceviamo un numero variabile - solitamente superiore a 10 - di mail e guardiamo altrettanti video che decretano cosa indossare nella stagione in corso per essere considerati “alla moda”. Ma apriti cielo e spalancati terra! Se fosse sufficiente un video da 30 secondi per rendere cool le persone “ci sarebbe meno pensieri e meno pene e il mondo ne sarebbe assai più bello” (citazione di P.P.).
Dici, Pierpaolo Pasolini? No, Pietro Pacciani.
Ma siccome il mondo fa ancora schifo il giusto tra guerre, surriscaldamento globale, fascismo al governo e pizza con le patatine, deduco che questi video non bastino proprio. Ed infatti, questi non sono che un solo ingrediente. Parliamo pure in termini culinari (negli ultimi due giorni ho sfornato biscotti e pure pizza fatta in casa, senza planetaria, che per i miei standard abituali è come aver vinto una stella Michelin): la ricetta perfetta per essere considerate persone con stile, facendo pure di tutta l’erba un fascio, è composta da un buon 80% di stile personale e dal restante 20% (forse pure meno) di adesione a trend stagionali.
Ne converrete con me che se non volete sacrificare quest’importante fetta di stile personale e dare al mondo un’immagine incoerente di voi stessi, dovreste aderire a queste tendenze passeggere con criterio.
Quindi, micro-trend for dummies.
Come è intuibile, il micro-trend si distingue da un trend vero e proprio per la sua limitata estensione nel tempo: si tratta di tendenze volubili, che di solito durano il tempo di una stagione. Per farvi un esempio, i cut-out di qualche estate fa, il Y2K che sta già svanendo nell’etere, le Adidas Gazelle che ci stanno uscendo pure dalle orecchie. E’ proprio questa loro volatilità intrinseca a renderli problematici: nuovo anno, nuova giostra, e nuovi vestiti che si ammassano nel vostro povero armadio for the sake of Instagram. Risultato? Vi trovate a fissare l’armadio inermi, di fronte ad un ammasso di oggetti che non dialogano tra loro, cercando di capire chi siete, cosa volete, cosa avete e come indossarlo. Poi, correte da Zara il giorno dopo in lacrime.
(E questa, amici, è la mia personalissima crociata: grazie per aver partecipato al mio Ted Talk!)
La realtà è che, come ho già detto, è economicamente e fisicamente insostenibile aderire in ugual misura a tutte le tendenze che vediamo su Instagram e TikTok. Per di più, questo comportamento ci allontana dal fantomatico “stile personale” tanto agognato da tutti. Quindi, il modo migliore per salvaguardare sé stessi e le proprie finanze, oltre a fare pesanti decluttering per tenere sotto controllo il proprio armadio, sta nel cercare di scorporare Internet dalla realtà. In altre parole, sarebbe più utile cercare di capire come declinare il trend stagionale secondo i propri gusti e la propria personalità. Il trend deve essere contestualizzato, e il contesto siete proprio voi stessi. Che è molto più facile a farsi, che a dirsi.
Nelle sue ultime newsletter, Amy Smilovic, direttrice creativa del marchio Tibi, suggerisce di replicare la “sensazione” che il trend suscita, anziché limitarsi a replicarne malamente un look. Come farlo? Focalizzandosi sui codici della tendenza, prendendo le distanze dagli oggetti in sé. Dissezionarlo. Capire quali sono i suoi elementi distintivi e adattarli ai nostri canoni estetici.
Prendiamo il trend coquette, di cui vi lascio una diapositiva esemplificativa:
Cosa suscita questa tendenza? Femminilità, una spensieratezza infantile, un’aria civettuola. Elementi distintivi? Fiocchi, balze, pizzi, sbuffi. Come poterlo adattare al proprio stile? Beh, questo è estremamente personale. Nel mio caso, visto che di base non sono l’emblema vivente della femminilità, indosserei una mini gonna a pieghe con un pantalone sartoriale sotto e una canotta. Magari con delle ballerine. In questo modo mi sentirei in linea con la tendenza, ma senza snaturarmi. Capito?
Ora che ci siamo chiariti, passiamo ai veri trend.
I trend di questa primavera, dal Vangelo secondo i social.
1. Animalier
Tutto è partito da un paio di jeans di Ganni. Lo so che tutti pensate che io pensi che il leopardato sia un grande no. Tuttavia, come Roberto Cavalli insegna, le stampe animalier sono estremamente affascinanti. Il problema è che le persone tendenzialmente non sanno usarle, oppure finiscono per comprare le cose sbagliate (tipo quegli straccetti sintetici altamente infiammabili), e finiscono con l’acchittarsi come le brutte sosie di Snooki direttamente da Jersey Shore.
Le ballerine animalier sono il mio personalissimo non plus ultra, perché mi sembrano la rappresentazione delle scarpe sfigate che ce l’hanno fatta. Queste di Ganni, un po’ punk, sono cool; in alternativa, vi consiglio di dare un’occhiata alle numerose alternative di Aeyde, marchio berlinese molto chic.
2. Sheer layering
Indossare veli di organza, pizzo, crochet o semplicemente strati più leggeri sopra i propri capi di tutti i giorni è un modo geniale per rendere speciali le solite tre cose che indossiamo quotidianamente. Ora, non dico che dobbiate vestirvi Prada, però se vi applicate un pochino dovreste trovare su Vinted valide alternative per un layering fatto bene. A proposito di adeguare i trend al proprio stile personale, penso che indossare abiti trasparenti su jeans e t-shirt (di giorno) e pantaloni trasparenti sotto maxi t-shirt da uomo (di sera) sarà il mio modo di aderire a questa vibe un po’ romantica. Quest’estate, nuda.
3. Gli anni ‘90
Di tutti i trend in circolazione al momento, questo è il mio preferito. Il primo vero trend zero sbatti, il cui motto è “less is more”. Il revival anni ‘90 ha preso una piega decisamente minimalista, che si materializza in top in seta, abiti sottoveste, giacche sartoriali. Si tratta di abbracciare tutto ciò che è così semplice e banale da diventare sottovalutato. Se cercate ispirazione, Kate Moss sarà il vostro faro nella notte.
Se preferite rivolgervi ai volti del momento, Kendall Jenner è un degno esempio di questa tendenza: la scelta di vestire The Row come se non ci fossero altri brand sulla faccia della Terra è andata a nozze con la diffusione di questo minimalismo. Di conseguenza, potete ispirarvi pure a lei.
Altre cose dalla moda
A proposito di Ganni, è in arrivo - direttamente da Balenciaga - Laura du Rusquec, nominata nuovo amministratore delegato del brand danese. “L’impegno di Ganni per l’innovazione, la sostenibilità e il suo approccio progressista al lusso sono ciò di cui ha bisogno il futuro della moda”, ha annunciato in una nota.
Nel caso ve lo foste dimenticati, lunedì 06 maggio si terrà il MET Gala. Il dress-code dell’evento è The Garden of Time, ma di questo avremo modo di parlarne meglio nel nostro prossimo appuntamento. Per festeggiare questa meravigliosa serata, vi ricordo l’epico ingresso della signora Prada al MET Gala 2023, con lo stesso entusiasmo di chi sta per assistere ad un convegno sui bitcoin.
A proposito di MET Gala, brutta aria tira all’interno di Condé Nast. In concomitanza della celebre serata, organizzata proprio da Anna Wintour per raccogliere fondi per il Metropolitan Museum of Art Costume Institute, gli iscritti al sindacato dell’azienda chiedono a gran voce salari equi e uno stop alla pratica di sostituire i membri interni con liberi professionisti, “raggiungendo subito un accordo con i lavoratori”. Giocando con il titolo del film The devil wears Prada, lo slogan dei protestanti cita: “Anna wears Prada: workers get nada”. Geni assoluti.
Phoebe Philo sarà giudice del prestigioso LVMH Prize 2024. Nel caso qualcuno di voi vivesse nella luna e non sapesse chi sia, ex direttrice creativa di Céline dal 2008 al 2018, Phoebe Philo ha dato un volto e un nome proprio al termine raffinatezza. Leader della rivoluzione minimalista, un bel po’ di brand ancora oggi vivono della sua eredità. Vi consiglio questo articolo che ne ripercorre i successi e fa il punto sulle sue ultime mosse.
Ed è tutto per questa sesta puntata! Ci aggiorniamo domenica prossima, si prospetta una puntata piccantina. Sto preparando anche una guida londinese, così potrò vantarmi con voi dei miei acquisti e guidarvi verso i vostri futuri affari. Questo io lo chiamo unire l’utile al dilettevole.
Grazie per essere stati con me anche oggi, e buona domenica.
Che la Signora sia sempre con voi,
Mars.